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Scheda XI: Sant’Orsola, casa di via San Pietro di Rovereto 15

Sull’antico percorso della “via Romana”, poco a est del bivio che dall’Aurelia, in località Monteprato, porta a San Pietro e a Sant’Andrea di Rovereto, sorge un edificio che reca evidenti e interessanti tracce di antichità.

A pianta quadrangolare, si presenta articolato, in alzato, in due volumi a diverse altezze, digradanti verso sud. Il lato nord è bucato da due serie verticali di aperture poste in asse.

L’intonaco lascia a vista parte dello zoccolo basamentale e dei cantonali, costruiti con pietra a taglio di grosse dimensioni, e alcuni dettagli murari.

In particolare, sulla parete ovest è visibile un singolare arco in cotto. La ghiera dell’arco è formata da due serie (quella interna è parzialmente murata) di mattoni listati posti di taglio ed è sormontata da altre tre serie di mattoni, curiosamente trattati in funzione decorativa: la prima e la terza serie di mattoni listati e rigati, disposte con il lato lungo parallelo alla ghiera, incorniciano la serie intermedia, costituita da mattoni parallelepipedi e graffita con motivi a losanga. 
L’arco in cotto è impostato su conci monoliti, usati anche occasionalmente nella tessitura delle cortine murarie.

Purtroppo manca qualunque notizia storica al riguardo dell’edificio. 
La presenza dell’arco, possibile residuo di loggia o porticato – ma più probabilmente di un semplice ingresso - ha indotto qualche studioso a suggerire l’ipotesi di identificazione con l’ospedale di Sant’Orsola, di cui sono pervenute notizie dal XVI secolo, ma probabilmente risalente al XV (cfr. scheda XX). 
Tale ipotesi sembra discutibile, considerando il fatto che i dettagli architettonici e i materiali visibili sembrano riconducibili a un’epoca anteriore e, comunque, la qualità del manufatto, nel trattamento dei materiali e nei dettagli architettonici, pare superiore a quella degli standards usati per i piccoli ospedali rurali.

Inoltre la tipologia architettonica degli antichi hospitalia rurali liguri è assai diversa da quella dell’edificio in oggetto, sviluppato in altezza piuttosto che in senso longitudinale. Tale carattere farebbe piuttosto pensare a una casaforte o una casa-torre, ma – a parte l’assenza di tracce toponomastiche e storiche di una fortificazione in zona - anche così non si spiega la presenza di un arco in cotto decorato, in contrasto con la funzionalità propria dell’architettura fortificata.

Per quanto riguarda la datazione del manufatto, al momento, si può avanzare la generica ipotesi di collocazione cronologica entro il XIV secolo. Al momento, l’analisi tecnica dei materiali antichi in vista sembra la strada più percorribile per tentare di una lettura storica dell’edificio.

BIBLIOGRAFIA

1986-1987

R. Stellato, Fortificazioni edifici ecclesiastici borghi nella Liguria di levante nel Medioevo: Comune di Zoagli, tesi di laurea, Università degli studi di Genova, a.a. 1986-1987, relatrice prof. Colette Dufour Bozzo.


 
REDATTO DA: Silvia Vallini
REVISIONATO DA: Colette Bozzo Dufour
DATA: 22/2/2002